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L'Efficacia della Pratica di "Visualizzazione": secondo la Fisica Nucleare la realtà è pura illusione

19/02/2024

Docente: Lilli Amato

L'Efficacia della Pratica di "Visualizzazione": secondo la Fisica Nucleare la realtà è pura illusione

Come occidentali siamo sempre preoccupati di stabilire un limite tra fantasia e realtà, tra sogno ed esperienza oggettiva.

Siamo timorosi di varcare una soglia proibita, al di là della quale esiste un mondo ignoto che potrebbe coincidere con la follia.

Mentre gli orientali non temono l’irrazionale e si adoperano per allargare i propri confini di coscienza e di percezione.

Le religioni e filosofie orientali da lungo tempo sostengono che il mondo materiale è un’illusione e che noi stessi non saremmo delle entità fisiche che si muovono in un mondo fisico ma che, in verità, tutto l’universo, come noi lo intendiamo, farebbe parte del campo della pura illusione.

Partiamo da un esperimento scientifico famosissimo del 1972, quando un’equipe di ricerca dell’Università di Parigi, diretta dal fisico Alan Aspetc, scoprì che, sottoponendo a determinate condizioni delle particelle subatomiche, come gli elettroni, esse sono capaci di comunicare istantaneamente l’una con l’altra, indipendentemente dalla distanza che le separa.

Dopo lo sbigottimento iniziale, furono formulate due sole possibili spiegazioni:

  • o la teoria di Einstein che esclude la possibilità di comunicazioni più veloci della luce era da considerarsi errata
  • oppure le particelle subatomiche sono connesse non-localmente.

Poiché la maggior parte dei fisici nega la possibilità di fenomeni che oltrepassino la velocità della luce, l’ipotesi più accreditata è che l’esperimento di Aspect sia la prova che il legame tra le particelle subatomiche sia effettivamente di tipo non-locale.

In seguito a questo esperimento, David Bohm, noto fisico dell’Università di Londra, sostenne che le scoperte di Aspect implicavano che la realtà oggettiva non esiste.

Nonostante la sua apparente solidità, l’universo è in realtà un fantasma, un ologramma gigantesco e splendidamente dettagliato.


Cos’è un ologramma?

Un ologramma è una fotografia tridimensionale prodotta con l’aiuto di un laser, dove l’oggetto da fotografare viene, prima immerso nella luce di un raggio laser, poi un secondo raggio laser viene fatto rimbalzare sulla luce riflessa del primo e lo schema risultante dalla zona d’interferenza, dove i due raggi si incontrano, viene impresso sulla pellicola fotografica.

Quando la pellicola viene sviluppata, illuminandola con un altro raggio laser, ecco apparire il soggetto originale.

La tridimensionalità di tali immagini non è l’unica caratteristica interessante degli ologrammi, infatti, se l’ologramma di una rosa viene tagliato a metà e poi illuminato da un laser, si scoprirà che ciascuna metà contiene ancora l’intera immagine della rosa.

Anche continuando a dividere le due metà, si vedrà che ogni minuscolo frammento di pellicola conterrà sempre una versione più piccola, ma praticamente intatta, della stessa immagine.

Bohm si convinse che il motivo per cui le particelle subatomiche restano in contatto, indipendentemente, dalla distanza che le separa, risiede nel fatto che la loro separazione è un’illusione.

Ecco la sua spiegazione in un esempio.

Immaginiamo un acquario contenente un pesce. Immaginiamo anche che l’acquario sia visibile solo attraverso due telecamere, una posizionata frontalmente e l’altra lateralmente rispetto all’acquario.

Mentre guardiamo, possiamo pensare che i pesci visibili sui monitor siano due entità separate, ma continuando ad osservare i due pesci, alla fine ci accorgeremo che vi è un certo legame tra di loro: quando uno si gira, anche l’altro si gira.

Quando uno guarda di fronte a sé, l’altro guarderà lateralmente.

Potremmo arrivare a credere che i due pesci stiano comunicando tra di loro, istantaneamente e misteriosamente.

Secondo Bohm, quindi, il comportamento delle particelle subatomiche indica che vi è un livello di realtà del quale non siamo minimamente consapevoli.

Se le particelle subatomiche ci appaiono separate è perché siamo capaci di vedere solo una porzione della loro realtà ma, in verità, sarebbero l’immagine di qualcosa di sottostante, di unitario, un super-ologramma che si estende attraverso tutto l’universo fisico che percepiamo.

E poiché ogni cosa nella realtà fisica è costituita da queste immagini, ne consegue che l’universo stesso è una proiezione, un ologramma appunto.

Ogni cosa animata e inanimata, noi stessi, saremmo, dunque, un ologramma.

Questo significherebbe, per la proprietà olografica descritta pocanzi, che ogni singolo organo del corpo umano conterrebbe l’informazione dell’intero corpo.


Ma la domanda a questo punto è:
“Chi mantiene “vivo” l’ologramma?”
La risposta è semplice: “Noi stessi o, meglio, la nostra mente. Non il cervello (anch’esso ologramma) ma la nostra Coscienza”
I nostri pensieri plasmano ciò che accade nel mondo reale.

Gli occhi funzionano come un proiettore e noi decidiamo le immagini che vengono proiettate.
Se la nostra vita fosse un romanzo, saremmo il protagonista e, allo stesso tempo, l’autore della storia.

Ogni persona ha un modo completamente unico di vedere il mondo.

Questo punto di vista unico nasce dalla storia personale.


Pertanto, la frase di Albert Einstein:
“La realtà è pura illusione, sebbene un’illusione persistente”
significa che la realtà e la verità sono concetti creati dalla mente di ciascun individuo.

In altre parole, la nostra mente dà forma alla nostra realtà.

Con la visualizzazione noi possiamo riscrivere la nostra storia personale, dando così forma ad una nuova realtà.

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