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Acerola: un’ottima Fonte di Vitamina C

24/06/2024

Docente: Lilli Amato

Acerola: un’ottima Fonte di Vitamina C

Negli ultimi anni, anche qui in Italia si comincia a sentir parlare di acerola e del suo contributo al rafforzamento delle difese immunitarie, grazie al suo grande contenuto di vitamina C.

Di cosa si tratta?

L'acerola è una pianta sempreverde appartenente alla famiglia delle Malpighiacee, che viene coltivata soprattutto in Brasile ed è originaria dell’America del Sud e della zona tropicale delle Antille, proprio perché il clima ideale per la sua crescita è quello caldo e tropicale e i terreni più adatti sono quelli sabbiosi o argillosi.

Può trattarsi di un arbusto che può raggiungere fino i 5 metri di altezza oppure di un alberello più piccolo.

Il frutto dell'acerola è ovale, va da uno a tre centimetri di dimensione, ha un colore rosso intenso, quando giunge a maturazione; ha un sapore acidulo e succoso, la sua buccia è sottile e ha un grosso seme all'interno.

Le foglie della pianta sono coriacee, di forma ovale e lanceolata e hanno dei piccoli peli, talvolta irritanti.

I fiori hanno 5 petali dal colore che può variare dal rosa pallido al rosso vivo.

Il nome comune della pianta è acerola, il nome scientifico è Malpighia punicifolia o Malpighia glabra L. e appartiene alla famiglia delle Malpighiaceae.
A livello popolare, i frutti dell’acerola vengono chiamati ciliegie delle Barbados o ciliegie delle Indie Occidentali, per la loro somiglianza estetica, ma l'acerola non ha nulla a che vedere con le nostre ciliegie, che invece appartengono alla famiglia delle Rosacee.

Il nome scientifico Malpighia fu attribuito alla pianta dal tassonomo svedese Carl von Linné, in onore del medico, anatomista e fisiologo italiano Marcello Malpighi (1628-1694), professore di medicina a Bologna e medico personale di Papa Innocenzo XII, che fu uno dei primi a utilizzare il microscopio per effettuare i suoi studi botanici e che divenne famoso proprio per le sue analisi microscopiche dell'anatomia e della fisiologia delle piante.

Il termine punicifolia, che completa il nome scientifico, deriva dal latino “puniceus” e significa rosso porpora; il termine “folius” significa foglia.

Nei paesi di origine l’acerola viene utilizzata da sempre per vari tipi di disturbi.

Nell’800 e nel ‘900 i marinai, ne scoprirono l’utilità per combattere lo scorbuto, una malattia caratterizzata da carenza di vitamina C, che li colpiva a causa della privazione di frutta e verdura che dovevano sopportare durante i lunghi periodi che trascorrevano in mare.

Sempre nei paesi di origine, i frutti di acerola vengono consumati freschi, sotto forma di succo, commercializzato in Brasile per febbre e dissenteria oppure sotto forma di conserve o marmellate, quindi, con lo zucchero, in quanto sembra che il procedimento termico di realizzazione di questi composti intacchi solo in parte il contenuto di vitamina C.

Abbiamo voluto realizzare un articolo su questa pianta, perché i frutti dell’acerola costituiscono una delle fonti più ricche in vitamina C.

Considerate che essi contengono una quantità elevatissima di questa vitamina, che è superiore da 30 a 50 volte rispetto a quella presente nelle arance, nei kiwi e, in generale, negli agrumi.

I frutti della pianta vengono raccolti ancora verdi, perché la concentrazione di vitamina C diminuisce con la maturazione del frutto.

Dai frutti, privati del nocciolo, si ricava il succo che viene concentrato, essiccato e polverizzato fino ad ottenere un estratto concentrato con un altissimo contenuto di vitamina C, pari al 25%.

Troviamo comunemente gli estratti di acerola in prodotti quali tavolette masticabili, opercoli o tisane.

Vediamo qual è la composizione chimica di questi frutti.

In essi troviamo: vitamina C, vitamine B1, B2, B3, B5, B6, provitamina A, sali minerali come ferro, calcio, fosforo, potassio e magnesio, bioflavonoidi, che svolgono un'azione sinergica alla vitamina C e tannini.

Dunque, a ragion veduta, si può affermare che l'attività farmacologica dell'acerola è quella caratteristica della vitamina C.

Le principali proprietà benefiche dell’Acerola sono:

  • Antiossidante
  • Vitaminizzante
  • Favorisce le naturali difese del corpo
  • Ricostituente
  • Favorisce l’assorbimento del ferro

L’acerola costituisce un rimedio naturale in caso di:
  • Astenia
  • Convalescenza
  • Carenza di vitamine e ferro
  • Prevenzione dei disturbi da raffreddamento

Grazie a tutte queste sue proprietà, l’acerola è un frutto particolarmente indicato per prevenire e combattere i sintomi influenzali, i raffreddori e le malattie dell’apparato respiratorio.

È un frutto che ci aiuta a stimolare il sistema immunitario ed è indicato per prevenire e velocizzare la guarigione dai malesseri tipici dell’inverno.
I suoi antiossidanti svolgono un’azione protettiva anche a livello della pelle, della retina e nella prevenzione dai tumori, contrastando i radicali liberi.
Sempre grazie all’alto contenuto di Vitamina C, l’acerola è un frutto consigliato anche in gravidanza, in quanto la Vitamina C favorisce la formazione a livello intestinale dell’acido folico, necessario durante la gravidanza per la salute e il benessere del feto.

Il frutto dell’acerola non presenta particolari effetti collaterali, se non in casi di ipersensibilità individuale. Per la sua elevata acidità è controindicata in caso di acidità gastrica e gastrite, mentre un uso eccessivo può provocare la formazione di calcoli renali. Non utilizzare insieme ad Uva ursina, Corbezzolo ed altre piante ad idrochinoni in quanto può ridurne l’effetto purificante sulle vie urinarie.

Qualche informazione in merito alla vitamina C

Essa venne isolata nel 1933 da Charles G. King e Albert Szent-Gyorgy, rispettivamente nel limone e nella paprika.
La vitamina C chimicamente corrisponde all'acido L-ascorbico.

E' la più instabile fra tutte le vitamine: libera rapidamente due ioni idrogeno, ossidandosi ad acido deidroascorbico; agisce quindi come agente riducente o ossidante e molte delle sue proprietà sono da conferire a questo ruolo.

Non essendo sintetizzabile dall'organismo umano, il fabbisogno di vitamina C deve provenire dagli alimenti, soprattutto da frutta e verdura fresca.

A causa della sua elevata idrosolubilità, la vitamina C è facilmente assorbita nel tratto dell’intestino tenue, da dove passa direttamente nel sangue per poi raggiungere tutto l'organismo.

L'eccesso di acido ascorbico viene eliminato attraverso le urine.

Il fabbisogno giornaliero di vitamina C è di circa 60mg, e dosi superiori sono richieste dall’organismo in casi particolari come la gravidanza e l'allattamento, gli stati senili e il decorso di malattie infettive.

Qui di seguito, le indicazioni dell'Institute of Medicine USA, in merito ai livelli di vitamina C raccomandati:
  • Lattante (0-6 mesi): 40 mg/die
  • Bambino (7-12 mesi): 50 mg/die
  • Bambino (età < 4 anni): 15 mg/die
  • Bambino (età < 9 anni): 25 mg/die
  • Bambino (età < 14 anni): 45 mg/die
  • Adolescente maschio (età < 18 anni): 75 mg/die
  • Adolescente femmina (età < 18 anni): 65 mg/die
  • Uomo: 95 mg/die
  • Donna: 75 mg/die
  • Gravidanza: 85 mg/die
  • Allattamento: 120 mg/die

Poiché il fumo aumenta lo stress ossidativo e il turnover metabolico della vitamina C, nei fumatori il fabbisogno di vitamina C dovrebbe essere incrementato di 35 mg/die rispetto ai non fumatori.

Il fabbisogno di vitamina C aumenta anche in caso di infezioni e nel decorso post-operatorio.

Esso potrebbe aumentare anche in associazione ad alcuni farmaci che favoriscono l'escrezione della vitamina (salicilati, tetracicline, barbiturici).
In caso di un apporto insufficiente di vitamina C, inferiore a 10 mg/die, compaiono i primi sintomi di scorbuto (malattia di Moller-Barlow): gengivite con tendenza al sanguinamento, cute secca e ruvida, affaticamento ed astenia; successivamente si manifesta fragilità capillare con ecchimosi.

In età pediatrica lo scorbuto interferisce con lo sviluppo dei denti e delle ossa.

Attualmente lo scorbuto è una condizione patologica molto poco frequente, riscontrabile solo nelle popolazioni povere e, qualche volta, nelle persone anziane e negli alcolisti, mentre è più facile riscontrare uno stato di ipovitaminosi.
La somministrazione di dosi eccessive di vitamina C può favorire la formazione di calcoli renali di ossalato di calcio e questo perché la vitamina C può essere convertita in ossalato.
Ancora di seguito, riportiamo i processi biologici più noti in cui interviene la vitamina C:
  • sintesi del collagene
  • corretto funzionamento del sistema immunitario
  • idrossilazione della dopamina per formare la noradrenalina
  • catabolismo della tirosina
  • formazione di acido folinico da acido folico
  • sintesi della carnitina
  • sintesi degli acidi biliari
  • idrossilazione degli acidi grassi
  • sintesi degli ormoni steroidei
  • amidazione di alcuni peptidi con azione ormonale
  • aumento dell'assorbimento di ferro
  • azione di rigenerazione della vitamina E
  • azione antinfiammatoria
  • azione antiossidante
  • azione antistaminica
  • diminuzione della formazione di N-nitrosocomposti e conseguente diminuzione del rischio potenziale di un'evoluzione cancerogena delle cellule gastriche.
  • profilassi di infezioni delle vie aeree superiori (comune raffreddore).

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