Le principali differenze fra le varie professioni di aiuto e il COACHING
12/08/2024
Docente: Lilli Amato
- MENTORING:
- Il mentore è solitamente un manager esperto incaricato di trasferire la sua conoscenza e i cosiddetti ‘trucchi del mestiere’ a una figura junior nuova in un particolare campo. Ad esempio, la figura del mentore può essere adottata per guidare e consigliare chi è da poco entrato nell’organizzazione ed è all’inizio del suo percorso di carriera. Nel mentoring la saggezza è nel mentore.
- COACHING:
- Il coach è meno incline a offrire consigli e più impegnato nel fare in modo che il cliente, grazie all’uso mirato di domande, riesca da solo a trovare le proprie risposte. Il coach si pone come un facilitatore e non come una guida saggia; egli non ha la pretesa di trasmettere nessuna competenza o contenuto specifico. Nel coaching la saggezza è nel cliente.
- COUNSELING:
- Il Counselor è un professionista nella "relazione d'aiuto", che interviene sulle situazioni di leggero disagio, ad esempio su un problema specifico o una temporanea difficoltà: la sua attività è finalizzata a migliorare la qualità di vita del proprio cliente, affinché trovi dentro di sé le risorse per aiutarsi. Questa disciplina si focalizza sul passato; aiuta le persone nell’individuare le ragioni alla base dei problemi più radicati. Ad esempio, un individuo quando affronta situazioni di dolore, di shock o di ansia può avvertire la necessità di parlarne con qualcuno ovvero un counselor.
- COACHING:
- Il coaching tende invece a guardare il presente e soprattutto il futuro. Il coach non analizza il passato; usa le informazioni sul passato solo per chiarire la situazione presente.
- TERAPIA:
- È una disciplina che si imbatte in problemi di ordine psicologico, ne sono un esempio le fobie, gli attacchi di panico, i traumi o le ossessioni.
- Lo psicologo, lo psicoterapeuta e lo psichiatra sono professionisti che, oltre a dare suggerimenti, prescrivono diagnosi e/o somministrano farmaci.
- Questa disciplina si focalizza sul perché di tipo causale.
- COACHING:
- Il coaching non tratta disagi o disturbi di natura patologica che possono riguardare la salute del cliente.
- Il coachee è un cliente sano che ha già in sé tutto ciò che gli occorre per stare bene, ma vuole arrivare a un livello più alto di efficacia.
- Questa disciplina invece si focalizza sul perché di tipo finale ‘a quale scopo?’ e sul ‘come’ raggiungere il traguardo desiderato.
- CONSULTING:
- Le aziende si rivolgono ai consulenti quando hanno dei problemi o intendono ampliare il loro business.
- I consulenti sono esperti sulla tematica oggetto di consulenza; essi osservano, analizzano e si focalizzano sul “che cosa” un’azienda dovrebbe fare ovvero forniscono soluzioni.
- COACHING:
- Il ruolo del coach è quello di incoraggiare e supportare il coachee nel suo percorso, colmando la distanza tra la situazione di partenza ‘dove si trova oggi’ e la situazione di arrivo ‘dove vuole arrivare domani’. Dunque il coach si focalizza sul ‘come’ assistere il coachee in tutto questo; lo aiuta a capire bene la problematica e ad analizzare le possibili azioni da compiere.
L’autore Anthony M. Grant (2005) distingue due diversi approcci e li pone alle estremità di un continuum:
- coaching direttivo: quando il coach forma, impartisce istruzioni e fornisce soluzioni al cliente. Implicitamente si sta assumendo che il coach sia un esperto nell’argomento in questione e che lo debba insegnare al dipendente e questo rappresenta un limite, poiché nelle organizzazioni di oggi non è necessario che i manager e/o i coach conoscano gli aspetti tecnici meglio dei propri subordinati.
- coaching non direttivo: quando il coach ascolta, pone domande, fa in modo che il cliente si metta in discussione e riesca a scoprire autonomamente la soluzione più adatta a lui. Con questo approccio il coach formula domande pertinenti, che permettono di stimolare l’autoapprendimento e la ricerca di consapevolezza.
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